Barbie è un icona da 50 anni, è sempre perfetta e politically correct.
Ma anche lei, come tutti, possiede un lato oscuro, la fotografa dell’Ontario Mariel Clayton ne profana il buon nome, mostrandola in scatti senza precedenti.
La Barbie di Mariel uccide, sgozza, decapita, penetra Ken, vomita, si droga, fuma e con tutto questo distrugge l’ideale della bionda sorridente.
La Clayton crede che Barbie non sia un icona, bensì uno stereotipo sbagliato, che mostra una donna irreale e vuota, senza personalità e taciturna, che può essere emulata solo con diversi interventi di chirurgia estetica.
La fotografa a dispetto di quanto si possa pensare dice di se:”non ho avuto un infanzia difficile, non ho subito abusi, non sono né cattiva né dark né psicopatica. Credo solo che quello che faccio sia dannatamente divertente e voglio condividerlo con la gente”.
Le location che riesce a creare sono incredibili, perfette fin nei più piccoli dettagli; ambientazioni quotidiane, come case e uffici, in cui Barbie fa cose assurde.
La realizzazione di ogni scatto necessita dalle 5 alle 10 ore solo per il posizionamento dei singoli elementi che compongono la scena. Ovviamente non esistono gadget sul mercato come: dildo, strap on, pistole, droghe, completini sadomaso di pelle e Mariel fa tutto da sola.
Utilizzando materiali polimero plastici può creare tutto quello che desidera e Barbie si ritrova a commettere reati efferati e violenze sessuali.
Opere che mostrano un altra versione della storia, che danno vita al lato oscuro, dove il povero Ken subisce, viene abusato, sfruttato, ucciso e tradito, ma chi lo sa, magari a lui piace.