Quante volte sentiamo pronunciare queste parole: “gli uomini di una volta non esistono piu’”. Ma cosa si intende davvero e cosa vorremmo indietro?
Cominciamo col dire che anche le donne sono confuse; è un dato di fatto che i ragazzi d’oggi sembrino, così a colpo d’occhio, davvero poco “maschi”. Certo l’aspetto fisico non è il metro con cui misurare la virilità, ma a volte è davvero difficile evitarlo.
Siamo passati dai metrosexual con le sopracciglia a rondine, profumatissimi e laccati, per passare agli hipster e i loro risvoltini ed ora accogliamo senza entusiasmo i Lumbersexual.
Lumberjack sta per taglialegna e questa nuova generazione di pseudo boscaioli metropolitani, crede che con una camicia di flanella e della barba lunga si possa fare di loro degli uomini.
I giovani sono lo specchio dell’evoluzione dell’uomo e a quanto pare questi ragazzi hanno abbandonato il clichè del maschio alpha e ora si sentono liberi, finalmente, di esprimere i propri sentimenti, la loro emotività e sentirsi più autentici.
Siamo d’accordo, i tempi sono cambiati e nessuna vuole davvero l’uomo di una volta, quello che ti tradisce senza pensarci mezza volta e se ti lamenti prendi pure gli schiaffi.
Quello che se vengono gli amici a casa, stai in cucina a preparare caffè e non ti metti in mezzo ai discorsi da maschi.
Gli uomini d’oggi sono emotivi, piangono, sono dolci e vanitosi. Si guardano, si incremano, alcuni fanno la ceretta e quelli che non stanno bene di cervello, fanno botox e lampade.
Quando invece vuoi mettere la bellezza di uomo che supera gli anta con le sue rughe e non conosce la differenza tra la Nivea e il Philadelphia?
E’ desiderio di tutte noi, avere accanto qualcuno disposto a difenderci nelle situazioni di pericolo. Un tempo gli uomini erano chiamati ed educati alla cura di noi esseri più fragili, che non conoscevano il mondo, non potevano studiare e uscire senza che qualcuno ci accompagnasse.
In una società dove la galanteria è un ricordo lontano, viene fuori da alcuni studi che l’uomo non si sente più cacciatore, anzi si sente quasi intrappolato e intimidito dalla “prepotenza” di alcune signore.
Che poi non è la prima volta che succede, nel XIX secolo i dandy, per i loro modi e il loro aspetto, venivano considerati il massimo della mascolinità, mentre ragionandoci bene sfioravano l’effeminato.
Il bello dei ruoli era che i due generi potessero essere complementari, così che dove non potevo arrivare io, potevi tu. Ma come si fa a non diventare indipendenti e prepotenti quando questi ragazzi non sanno smontare un lavandino, non sanno riparare una presa di corrente e non affrontano con facilità neppure un mobile ikea?
E quindi diciamo che ci stiamo lavorando, i nostri uomini stanno provando ad apprendere da capo come approcciarsi al gentil sesso che nel frattempo si è rivoluzionato totalmente.
Finchè non troveremo un buon equilibrio che ci porti a ristabilire dei ruoli non necessariamente nell’ordine che abbiamo conosciuto in passato, tutto è in mano al caso.
Anche perchè poi viene fuori che un importante volume che tratta l’argomento, definisca mascolinità come: “evitare ogni accenno di femminilità, non mostrare le proprie emozioni, tenere ben separato il sesso dall’amore, perseguire il successo e raggiungere uno status sociale più elevato, l’autonomia, la forza fisica e l’aggressività, infine l’omofobia..” Essere una merda aggiungiamo.