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Album di uno scempio. Quando la chirurgia estetica fa solo danni.

Parlare di bellezza alla luce di alcuni interventi plastici è davvero azzardato, spesso si tratta di vere e proprie catastrofi che però, agli occhi dei protagonisti, sembrano perfezione…

Ormai sembra essere diventata routine apportare modifiche al proprio corpo, intervenendo in maniera chirurgica. Ogni anno infatti, il business della chirurgia estetica registra un aumento costante delle prestazioni fornite, ed è una notizia tristissima.
Non staremo a soffermarci su quanto sia corretto o meno, quanto sia superficiale ed inutile, se possa aiutare l’autostima o se è ridicolo; non siamo certo qui per psicoanalizzare chi ha bisogno di raddrizzarsi il naso per essere felice, ma qualche precisazione va comunque fatta (parliamo chiaramente di ritocchi non funzionali, non a seguito di incidenti o patologie, ma puramente e meramente estetici).

Negli ultimi anni sembra che la donna standard sia ben chiara nella mente di chi opta per qualche ritocchino, tant’è vero che la metà delle donne dello spettacolo hanno la stessa faccia, a metà tra un felino e un krapfen.
Gente che diciamocelo, spesso era meglio prima, quando almeno aveva delle particolarità, dei tratti distintivi; ormai andiamo incontro ad un immagine standardizzata, per altro brutta ma brutta forte.
C’è chi, come se non bastasse, decide di calcarci la mano e dopo gli zigomi, le labbra, il naso, le tette, le liposuzioni e chissà che altro, decide di voler assomigliare a tutti i costi ad una bambola perfetta, dimenticando che le bambole sono giocattoli e pertanto non dalle fattezze esattamente umane.

Quello che stiamo per mostrarvi è ciò che succede quando proprio non sai come spendere i tuoi soldi e invece di bere cocco, cullata dalle onde su un isola sperduta del pacifico, spendi tutto per lasciare le tue protesi sul fondo della bara quando ormai sarai decomposta come tutti gli altri.
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