Ospite a Belve, Concita De Gregorio ha parlato di un problema che spesso le donne fanno fatica a percepire: il linguaggio degli uomini.
Donna di grande cultura, di eccezionale carisma e di grandi capacità professionali, Concita De Gregorio è una donna che si è sempre mossa all’interno di un mondo lavorativo che, ancora oggi, è quasi completamente controllato dagli uomini.
Giornalista per Repubblica dal 1998, si è sempre occupata di cronaca e politica, arrivando ad accettare il ruolo di direttrice de L’Unità dieci anni dopo, nel 2008: entrò nella storia come prima donna a ricoprire quel ruolo e rimase a capo del giornale per 3 anni, tornando a La Repubblica nel 2011.
Belva conclamata, in virtù della forte personalità con cui ha sempre dimostrato di riuscire a portare avanti le proprie battaglie, nel corso dell’intervista con Federica Fagnani la De Gregorio ha parlato di molte cose, tra cui il modo estremamente sottile con cui il linguaggio degli uomini definisce le donne.
“Una volta si è infuriata con Sallusti, che l’ha chiamata per nome e non per cognome come faceva in studio con gli altri colleghi” ha letto la Fagnani dalla sua ormai celebre agendina.
“È una questione di contesto e di consenso” ha spiegato la giornalista, che da tempo cura una rubrica su Repubblica con dal titolo Invece Concita. “Con i lettori stabilisco un rapporto confidenziale e voglio disporre del mio nome, ma se non ti do il permesso di chiamarmi per nome … Per questo è importante il contesto. Se ci sono sei persone e tu dici ‘buongiorno avvocato’, ‘buongiorno presidente’ e ‘buongiorno ingegnere’ poi ‘ciao Concita’… chi ti conosce? Dimmi ‘buongiorno dottoressa’!”.
La De Gregorio ha poi spiegato che all’epoca non si trattò di una battaglia personale, il problema (come succede sempre) non era relativo soltanto al singolo episodio che si era verificato intorno al tavolo di una redazione.
“È un metodo che gli uomini usano con le donne: usano solo il nome e mai il cognome, per toglierti autorevolezza. È così, sono sicura di questo” ha spiegato la giornalista, che è sembrata amaramente consapevole di un meccanismo tanto consolidato quanto diffuso.
Come si può vincere questa guerra sottile, combattuta ad armi chiaramente impari? Come Concita: chiedere che il titolo e il cognome vengano utilizzati in ambiti pubblici esattamente come vengono utilizzati quelli dei colleghi, degli avversari politici, dei professionisti uomini in generale.