Perché ci riduciamo sempre a fare le cose all’ultimo minuto? La (sincera) verità
Si chiama “procrastinazione” ed è uno dei mali del nostro tempo, ma quali sono le cause che ci spingono a rimandare le cose?
A livello scientifico questo comportamento si definisce come una strategia maladattiva di comportamento. In pratica è la messa in atto di un comportamento che serve a metterci al riparo dallo stress ma che, sul lungo periodo, non fa altro che peggiorare la situazione.
Si capisce facilmente quindi che “maladattivo” si utilizza proprio per indicare un cattivo adattamento a una situazione, cioè la messa in atto di una strategia che non risolve il problema ma lo aggrava.
Il comportamento tipico di un procrastinatore consiste nel rimandare attività sgradevoli o importanti sostituendole con attività più frivole o semplicemente più piacevoli da eseguire.
Un classico esempio di procrastinazione è il continuare a scrollare il feed dei propri social anziché fare i compiti di scuola, pulire la casa oppure scrivere un’email fastidiosa.
Le cause più comuni della procrastinazione
La paura è sicuramente la causa principale di questo tipo di comportamenti. Ciò di cui si ha paura, invece, può variare a seconda dei casi. Si può avere paura del fallimento, quindi non ci si sente mai pronti ad affrontare una specifica “sfida”. Al contrario si può avere paura del successo perché si ha una bassa autostima e si è convinti di non meritare che le cose vadano bene.
Anche la paura di prendere una decisione è molto comune. In questo caso si può avere paura delle conseguenze di una decisione sbagliata oppure delle conseguenze scatenate da una decisione giusta ma che ci porterà ad avere conflitti con altre persone.
Quando è procrastinazione e quando è solo pigrizia?
Si può parlare di procrastinazione nel momento in cui una persona tende a rimandare le decisioni sempre, in ogni ambito della propria vita allo scopo di non dover affrontare la proprie responsabilità. Ci sono persone che evitano accuratamente di prendere qualsiasi decisione sul lavoro, persone che addossano qualsiasi decisione di coppia al partner eccetera.
Se invece una persona cerca di rimandare le decisioni solo di tanto in tanto, quindi non sempre, e soprattutto solo in determinate occasioni, allora si può parlare di semplice “pigrizia” oppure di una certa mancanza di assertività. In questo caso un piccolo sforzo di volontà potrebbe migliorare nettamente la situazione.
L’approccio giusto per guarire dalla procrastinazione vera e propria, che genera continui stati d’ansia e sensi di colpa in chi la pratica, è quella di indagare a fondo quali sono le cause di questo comportamento e non cercare di evitare il comportamento in se stesso. Sarà molto più importante comprendere e risolvere i problemi di fondo con l’aiuto di uno psicologo: la procrastinazione sparirà da sola.