Nei rossetti della Ferragni ci sono gli insetti? L’attacco è durissimo: Chiara rovinata?
Chiara Ferragni è spesso al centro delle polemiche ma, stavolta, quella scoppiata su Instagram potrebbe farle perdere molti soldi.
Bersaglio della critica sono le palette di ombretti che sono state lanciate da pochissimo insieme alla sua linea make up per la primavera. I prodotti si trovano già in tutte le profumerie e la campagna pubblicitaria è partita in grandissimo stile: il successo avrebbe dovuto essere assicurato.
L’imprenditrice digitale però non ha fatto bene i conti con la sensibilità delle nuove generazioni e, in particolare, con l’attenzione degli animalisti per gli ingredienti e le tecniche di produzione con cui vengono creati i cosmetici.
Come si sa, infatti molti pigmenti utilizzati nei cosmetici hanno origine animale e in particolare nei rossetti si utilizza molto spesso la cocciniglia. Questo colorante, che come si può facilmente immaginare ha un colore rosso molto vibrante, viene scelto proprio per la sua intensa pigmentazione.
Naturalmente gli animalisti si scagliano contro le aziende che producono ancora cosmetici utilizzando ingredienti di origine animale e spingono il più possibile l’opinione pubblica per chiedere che i grandi brand comincino a produrre prodotti cruelty free.
Naike Rivelli asfalta la Ferragni
Naike Rivelli, figlia di Ornella Muti, è famosa per la sua profonda coscienza ambientalista e animalista. Abituata a vivere in comunione con la natura (tanto da essere nudista) Naike si batte anche per la legalizzazione dell’uso terapeutico della cannabis e utilizza le sue performance (più o meno artistiche) per sensibilizzare i follower sul tema della violenza sulle donne e della celebrazione del corpo femminile.
Non ci si può stupire, quindi, se all’indomani dell’uscita dei cosmetici della Ferragni, Naike Rivelli si sia scagliata ferocemente proprio contro l’imprenditrice digitale, “colpevole” di non aver scelto di produrre per il proprio brand dei prodotti cruelty free.
Cosa c’è davvero nei cosmetici della Ferragni?
Come ha sottolineato la Rivelli, il problema non sta tanto nell’utilizzare ancora ingredienti di origine animale nei cosmetici, quanto il fatto di non indicarlo chiaramente. Come si può leggere dal suo commento, infatti, dopo una critica piuttosto severa, la Rivelli sottolinea la necessità di una comunicazione commerciale più esplicita.
Secondo Naike, e molte altre persone che la pensano come lei, si dovrebbe indicare chiaramente sulle etichette di cosmetici e altri prodotti l’utilizzo di ingredienti di origine animale, mentre oggi si preferisce puntare su una comunicazione più positiva: le aziende che non utilizzano questi ingredienti pubblicizzano chiaramente la propria scelta applicando sul proprio packaging l’etichetta “cruelty free”.
Cosa succederà dopo l’allarme lanciato da Naike Rivelli? Probabilmente molte animaliste o molte altre potenziali clienti del brand rinunceranno ad acquistare i prodotti di Chiara Ferragni, che potrebbe perdere milioni (senza contare i danni di immagine).