Arisa e Paola Iezzi sono state le protagoniste di uno scontro mediatico che ha avvelenato l’atmosfera del Pride: cos’è successo?
Lo scorso anno Arisa era stata la madrina del Gay Pride di Padova. All’epoca nessuno si aspettava che la cantante sarebbe stata espulsa e bollata come “sgradita” dal Pride 2023, ma è stato così.
La comunità LGBTQUIA+ ha deciso di tenere a Arisa a debita distanza a seguito dell’intervista in cui la cantante dimostrava il proprio apprezzamento nei confronti del Presidente Meloni, paragonata a una “madre con quattro figli” che, dovendo fare il bene di tutti di tanto in tanto sembra “lasciare uno indietro”. Il fatto che fossero proprio i diritti della comunità LGBTUQIA+ a essere lasciati indietro per Arisa era abbastanza naturale perché il Presidente parte da posizioni piuttosto chiuse. Secondo la cantante però ponendosi in una disposizione d’animo meno aggressiva e più disposta al dialogo, la comunità LGBTQUIA+ avrebbe potuto essere ascoltata dalla Meloni.
Arisa ha deciso di fare queste affermazioni ben consapevole che le conseguenze non sarebbero tardate ad arrivare, quindi non si dev’essere stupita molto quando le è stato caldamente raccomandato di non presentarsi a nessuna delle manifestazioni del Pride in programma nelle città italiane.
A questo punto, è andato in scena lo scontro a distanza con Paola Iezzi
Dopo il successo riscosso a Sanremo, Paola e Chiara Iezzi sono tornate a essere icone pop idolatrate dalla comunità LGBTQUIA+. Proprio per questo motivo le due sono state invitate ad essere le madrine del Pride 2023 di Roma. Quando a Paola è stato chiesto un commento sulle dichiarazioni di Arisa, l’attacco è diventato quasi personale.
“Ha fatto un’uscita infelice: ovviamente non sono d’accordo con quello che ha detto, ma non mi sento di giudicarla. […] Gli artisti spesso vivono nella paura di non lavorare, non tutti abbiamo le spalle coperte allo stesso modo. Penso che lei abbia subito nella sua vita l’essere discriminata e questo lascia dei traumi che formano delle paure grandi dalle quali è difficile fuggire”. Secondo la Iezzi, quindi, Arisa ha cercato di “ingraziarsi” il capo del Governo per continuare a lavorare in televisione ed avere un “sostegno politico” di cui, a quanto pare, Paola e Chiara pensano di non aver bisogno.
Com’era naturale che fosse, le dichiarazioni di Paola Iezzi hanno fatto infuriare Arisa, che ha commentato l’episodio con una storia su Instagram durante la quale ha mostrato chiaramente il dito medio alla collega.
“Io lo avrei fatto, avrei cercato il buono per provare a mettere pace. Invece tu ti sarai presa gli applausi mentre infamavi una tua collega e dicevi delle cose non vere. […] Se mi incontri per strada, non mi salutare, perché gli ipocriti mi fanno schifo.[…] Cresci, non si parla male delle persone che non ci sono: hai quasi cinquant’anni e ancora non hai imparato a vivere.”
Secondo Arisa, quindi, la Iezzi avrebbe deciso di conquistarsi il favore della comunità puntando il dito contro di lei e mettendola in ridicolo in maniera ipocrita e scorretta. La verità è che quando ci si schiera politicamente non si può pretendere di piacere a tutti e, nel momento in cui si fanno dichiarazioni politiche, si deve essere pronti ad accettare tutto. L’alternativa ? Seguire l’esempio di Laura Pausini e non cantare Bella Ciao che comunque, a ben vedere, fu un atto politico.
Quello che è certo è al Pride di Roma ha fatto bella mostra di sé un cartellone con scritto “Sei falsa, ca**o” la frase che Arisa rivolse a Simona Ventura ai tempi di X Factor e che oggi le si ritorce ferocemente contro.