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4 Modi in cui le persone ti manipolano per ottenere quello che vogliono (e tu non te ne accorgi)

Manipolazione
Manipolazione: 4 modi insospettabili con cui gli altri ti spingono a fare quello che vogliono – modaeimmagine.it

Se li conosci, puoi evitarli (e reagire): ecco 4 modi con cui le persone possono manipolarti per ottenere quello che vogliono (e tu neanche te ne accorgi).

Il mondo è pieno di manipolatori. Li possiamo trovare ovunque: in ufficio, in famiglia (sì, anche tra le persone che ci vogliono bene e che dovrebbero proteggerci), nella nostra comunità religiosa (questo se siamo credenti), nella relazione con il nostro partner, a scuola e in altri luoghi, o situazioni, insospettabili.

Si tratta generalmente di persone che, oltre ad avere la mania del controllo, sono disposte a tutto pur di raggiungere i loro scopi (anche a calpestare gli altri) e, spesso e volentieri, tendono a sminuire il male che fanno, trattandolo come se fosse una piccolezza. Persone che, di fronte al mondo, si mostrano con una faccia rispettabile, ma che in realtà sono dei veri e propri “vampiri energetici”.

C’è da dire che, in fondo, siamo un po’ tutti manipolatori. L’essere umano, fin dalla Preistoria, ha sempre cercato di fare i suoi interessi per avere il cibo migliore, la grotta più calda, il posto più prestigioso nella scala sociale, e oggi la situazione non è poi tanto diversa, anche se abbiamo smesso di vivere nelle caverne da migliaia di anni.

Detto questo, ecco i 4 modi più sottili con cui le persone potrebbero manipolarti (e magari tu non te ne accorgi neanche). Se li percepisci, scappa il più in fretta che puoi: perché il manipolatore, che sia giovane o anziano, è una persona estremamente tossica, capace non solo di rendere tossico l’ambiente circostante, ma anche di diminuire la tua autostima e, nel peggiore dei casi, di trasformarti in una persona che in realtà non sei.

Manipolazione e ricatto emotivo: spesso si accompagnano insieme

“Se fai questa cosa qui, io mi dimetto/mi licenzio/ faccio qualcos’altro di negativo”. La frase più comune detta dai manipolatori, che oltretutto contiene anche un ricatto emotivo. Esempio: sei in ufficio, vorresti candidarti per una promozione, il manipolatore viene a saperlo e, di punto in bianco, ti dice questa frase. Il suo scopo? Farti mettere in dubbio le tue capacità, farti temere che, se se ne va lei (oppure lui), tutto l’ufficio ce l’avrà con te e farti desistere dal candidarti per la promozione. Perché interessa a lei, o a lui, e vuole avere la strada spianata e senza “concorrenza” (magari anche più capace).

“Tu non mi/ci rispetti”. Altra frase molto diffusa e utilizzata dai manipolatori per mettere in dubbio le tue capacità e impedirti di fare qualcosa. È molto comune sul posto di lavoro o nei gruppi, ma potresti sentirla anche in famiglia. Esempio: sei in un gruppo di volontariato e, per favorirlo nell’organizzazione di un evento, decidi di prendere l’iniziativa con lo scopo di fargli ottenere un vantaggio. Il manipolatore lo viene a sapere e, di colpo, ti dice: “Tu non ci rispetti”. Forse non lo sai, ma anche questa frase nasconde un atto di manipolazione e ha anche un nome: si chiama vittimismo e il suo obiettivo, oltre a farci dubitare delle nostre qualità, è quello di farci passare per i “cattivi della situazione”. E di farci sentire come tali, anche se abbiamo agito a fin di bene. I manipolatori, come abbiamo detto all’inizio, sono dei maniaci del controllo e, in quanto tali, non vedono di buon occhio le iniziative personali. Questo perché, in fondo, sono molto insicuri e hanno bisogno di avere la luce dei riflettori costantemente su di loro. Guai quindi a mostrarsi più bravi di loro.

Manipolazione tattiche
Le frasi più usate dai manipolatori per mettere in dubbio le tue capacità – modaeimmagine.it

Riconoscere i manipolatori: presta attenzione anche a queste frasi

“Ho una famiglia/ho questo/ho quell’altro.” Più rara rispetto alle prime due, si tratta di una frase che spesso viene usata contro le persone singole o che vivono ancora con i genitori. È una manipolazione molto subdola, per diversi motivi: non solo porta la persona che la riceve a dubitare delle proprie capacità, ma in più, pur se in modo sottile, mira quasi a farla sentire in colpa per la propria condizione. Iniziamo con il dire che, il fatto di essere single o di vivere con i genitori, può essere anche una scelta. Per esempio, se hai subito diverse delusioni d’amore e hai bisogno di tempo per guarire, potresti non essere così desiderosa (o desideroso) di imbarcarti in una nuova relazione. Potresti anche non volerci più riprovare. E, se hai genitori anziani o che hanno bisogno di assistenza, potresti decidere liberamente di stare con loro per intervenire in modo tempestivo in caso di bisogno.

Qualunque sia la ragione, chi usa questa condizione per manipolarti, sminuirti e impedirti di fare qualcosa, commette non solo una grave mancanza di rispetto nei tuoi confronti, ma anche nei suoi: perché ti dice, pur implicitamente, “la mia famiglia è un peso” (e non un porto sicuro in cui rifugiarsi). Detto questo, siamo nel 2023, anzi, quasi nel 2024, sono passati quasi duecento anni dall’Età Vittoriana e, i single, così come i figli che decidono di vivere con i genitori per stare al loro fianco e aiutarli, non sono più considerati cittadini di serie B. Non permettere quindi al manipolatore di trattarti (e di farti sentire) come tale.

“Non sei capace/non vali niente/ho più anni di esperienza di te.” Terminiamo con quella che è la regina della manipolazione. È praticamente diffusa in tutti i contesti, da quello familiare a quello lavorativo, fino alle comunità e ai gruppi. Esempio: ti trovi in un’associazione, dovete inviare una lettera a dei potenziali sponsor per chiedere fondi per una causa, fai una proposta per migliorare il testo della lettera e aumentare così le probabilità di successo. Il manipolatore però interviene, dicendo che la lettera va bene così com’è (anche se magari non è vero) e, quando provi a intervenire, cercando di far notare cosa non va, ti mette a tacere dicendo: “Non sei capace” oppure “Ho più anni di esperienza di te” “Non vali niente!”. Spesso pronunciata nei confronti dei membri o dei colleghi più giovani, che vengono visti dal manipolatore come rivali e non come fonti a cui attingere.